Per chi avesse perso la prima parte del ragionamento, rimando al post precedente; per gli altri ecco le novità.
Innanzitutto, ipotizzando che il sogno e le droghe "servano" per la stessa cosa, assolvano cioè una medesima funzione, per verificare una qualche forma di somiglianza e e trovare un terreno comune tra lo stato onirico e l'effetto psicoattivo di alcune droghe, ho cercato di capire se, sia quando si sogna che quando si è sotto l'influenza di sostanze psicotrope, siano rilevabili meccanismi fisiologici e neurologici comparabili.
Avevo già trovato che secondo le scoperte di Wilder Penfield e Rasmussen, le stimolazioni elettriche della corteccia cerebrale darebbero origine a esperienze sensoriali del tutto simili ai sogni. Insomma, il sogno si può indurre artificialmente. Quindi se avessi trovato che alcune sostanze psicoattive sono in grado di produrre simili stimolazioni elettriche o un altro meccanismo chimico o fisico capaci di produrre sogni, avrei trovato una base neuro-fisiologica comune tra sogno e stati di alterazione prodotti da droghe, un campo comune da indagare.
E' così che cercando ponti tra droghe e sogni mi sono imbattuto in quella che per me è stata una scoperta davvero interessante: il DMT.
La premessa necessaria al discorso che segue è che sto studiando ed elaborando dati provenienti da fonti non verificate e che io non sono ancora in grado di valutare queste informazioni (a parte l'accuratezza bibliografica) ma prendo le informazioni che ho trovato unicamente come spunti per ipotesi da approfondire, peraltro molto stimolanti.
Detto questo,:
il DMT è la dimetiltriptamina (DMT), è una triptamina psichedelica endogena, presente in molte piante e nel fluido cerebrospinale degli esseri umani. Si trova comunemente in quella bevanda sciamanica, diffusa tra alcune tribù indie del Brasile, conosciuta come Ayahuasca. Una bevanda allucinogena, ora di moda anche in Europa (e immagino nei vicini Stati Uniti), classificata come sostanza vietata dal Food and Drug Administration, a cui la FAO ha riconosciuto uno status particolare, consentendone l'uso per i soli seguaci del culto amazzonico di di Santo Daime.
Questo amaro beverone è anche conosciuto sotto il nome di Yage (e con questo nome è al centro di un carteggio tra Allan Ginsberg e William Burroghs, nelle Lettere dallo Yage) e dà accesso a visioni molto intense, fornendo vere e proprie indicazioni strategiche e responsi, a chi ne fa uso. Si vedano a questo proposito le interessanti notizie sul culto Jurema, incentrato sull'uso di Ayahuasca, di cui ci da conto il sito http://samorini.it/site/, sito su cui mi permetto di richiamare la vostra attenzione.
Come dice del suo sito, Giorgio Samorini, che lo gestisce e lo riempie di contenuti,:
"Questo sito intende apportare contributi cognitivi e strumenti di studio nel campo fenomenologico delle droghe psicoattive, un campo di indagine scientifica noto come Scienza delle Droghe.
Questo sito non tratta gli aspetti problematici delle droghe, e nemmeno si interessa degli aspetti apologetici associati al loro moderno uso, bensì riporta un insieme di dati scientifici che riguardano le droghe come fenomeno, nel loro rapporto con gli esseri viventi, in particolare con l’uomo.
Il curatore del sito è un ricercatore indipendente specializzato nell’etnobotanica e nell’antropologia delle droghe, autore di testi e articoli specialistici italiani e stranieri (si veda la sua bibliografia).
Altrove nel sito è scritto che nel mondo (nel mondo!) sono solo 200 gli specialisti come Samorini che studiano questo campo, ossia lo straordinario fenomeno, generalizzato nello spazio e nel tempo, per cui gli uomini utilizzano costantemente ed in varie forme, sostanze psicoattive. Anche Samorini peraltro sostiene (come me nel mio post precedente), con ben altra dovizia di argomenti (si veda qui), che l'uomo ha cominciato a coltivare cereali innanzitutto per prodursi la birra e solo successivamente ha cominciato a farci il pane...
Ma torniamo a DMT, che si trova in molti tipi di comune erba di campo, oltreché in alcuni tipi di mimosa ed in altre piante, nonché in diversi animali, mammiferi ed uomini compresi.
Il DMT produce un effetto allucinogeno che ha molto in comune con i sogni e che è legato ai riti di passaggio nelle comunità che ne fanno uso regolare.
Tra le altre cose interessanti del DMT, di cui vi dirò, c'è il fatto che la struttura della dimetiltripdamina è analogo alle beta-carboline tutti membri della famiglia degli alcaloidi indolici, che comprende anche LSD, psilocibina, DMT, bufotenina e ibogaina. Tutti i principali allucinogeni usati. Dato interessante se si confronta un articolo, uscito di recente sul New Yorker, che nel riportare la ripresa negli USA, a Baltimore, degli esperimenti scientifici sugli allucinogeni, raccontava gli straordinari risultati nel trattamento dei malati terminali di cancro con allucinogeni (psilocibina in questo caso). In questi casi (molte decine) i malati riuscivano ad accettare la propria malattia, superando depressione ed istinti suicidi, perché in loro si verificava un duraturo cambio di punto di vista, una modificazione della visione. Ora, pensate quanto potesse essere interessante per me che voglio sostenere la necessità del sogno (e delle droghe) proprio per la capacità che hanno entrambe di produrre un cambio di visione, un salto di paradigma. Un cambio di visione che non influenza solo la nostra personalità, ma che parlando di sogni, nel mio post precedente, sottolineavo essenziale nella produzione di nuove teorie scientifiche. Se la psilocibina, in gran parte simile al DMT produce questi "cambi di paradigma" nei malati (ma non solo) e se lo stesso DMT, attestano le ricerche, produce cambiamenti di stato profondi nella personalità di chi lo assume e se infine i sogni (e ne parleremo diffusamente nel prossimo post) possono a loro volta essere determinanti nel modificare la nostra "visione" forse ci avviciniamo alla possibilità di indagare su uno "stato della mente" (passatemi provvisoriamente il termine, finchè lo studio di questo fenomeno non porti ad una definizione più appropriata) che si attiva durante lo stato onirico ed in alcuni casi con l'uso di psicoattivi.
Il DMT produce un effetto allucinogeno che ha molto in comune con i sogni e che è legato ai riti di passaggio nelle comunità che ne fanno uso regolare.
Tra le altre cose interessanti del DMT, di cui vi dirò, c'è il fatto che la struttura della dimetiltripdamina è analogo alle beta-carboline tutti membri della famiglia degli alcaloidi indolici, che comprende anche LSD, psilocibina, DMT, bufotenina e ibogaina. Tutti i principali allucinogeni usati. Dato interessante se si confronta un articolo, uscito di recente sul New Yorker, che nel riportare la ripresa negli USA, a Baltimore, degli esperimenti scientifici sugli allucinogeni, raccontava gli straordinari risultati nel trattamento dei malati terminali di cancro con allucinogeni (psilocibina in questo caso). In questi casi (molte decine) i malati riuscivano ad accettare la propria malattia, superando depressione ed istinti suicidi, perché in loro si verificava un duraturo cambio di punto di vista, una modificazione della visione. Ora, pensate quanto potesse essere interessante per me che voglio sostenere la necessità del sogno (e delle droghe) proprio per la capacità che hanno entrambe di produrre un cambio di visione, un salto di paradigma. Un cambio di visione che non influenza solo la nostra personalità, ma che parlando di sogni, nel mio post precedente, sottolineavo essenziale nella produzione di nuove teorie scientifiche. Se la psilocibina, in gran parte simile al DMT produce questi "cambi di paradigma" nei malati (ma non solo) e se lo stesso DMT, attestano le ricerche, produce cambiamenti di stato profondi nella personalità di chi lo assume e se infine i sogni (e ne parleremo diffusamente nel prossimo post) possono a loro volta essere determinanti nel modificare la nostra "visione" forse ci avviciniamo alla possibilità di indagare su uno "stato della mente" (passatemi provvisoriamente il termine, finchè lo studio di questo fenomeno non porti ad una definizione più appropriata) che si attiva durante lo stato onirico ed in alcuni casi con l'uso di psicoattivi.
Ma bando alle ciance, la cosa forse più importante che ho scoperto sul DMT è che lo produciamo noi stessi - in grande quantità - mentre sogniamo. Non mentre dormiamo, ma proprio mentre sogniamo, se è vero che la fase REM, in cui si registra questa concentrazione di DMT. è quella propriamente del sogno.
Insomma quando si sogna si produce DMT e quando si produce (o assume) DMT, si sogna.
Approfondirò con ricerche ed in un prossimo post la questione del modo in cui si ipotizza che il DMT agisca sulla produzione del sogno. Qui ne accenno più avanti per delineare delle ipotesi di ricerca, ma prima di procedere oltre, riepiloghiamo il mio pensiero fin qui:
1. Non è il sogno a proteggere il sonno, come si è soliti pensare (vedi Freud e la psicoanalisi), ma il contrario, perché sono i sogni e non il sonno ad essere necessari alla vita, intendendo necessari nel più stringente dei significati, ossia ad essa indispensabili.
Il primo passo per sostenere questa tesi è stato constatare che si sogna anche da svegli (vedi il primo post i sogni maestri di invenzioni ); se sogniamo anche quando non dormiamo, l'ipotesi del sogno protettore del sonno va un po' stretta.
2. Le droghe hanno nello spazio e nel tempo caratterizzato la dieta dell'umanità, non perché l'uomo voglia evadere dalla realtà, ma perché la stimolazione psicoattiva è necessaria non meno del sogno alla vita. I materiali a suffragio di questa tesi sono disseminati anche nei miei post, ma lo do abbastanza per assunto. Non è pensabile che un fenomeno così pervasivo e generalizzato sia una sorta di perversione o difetto dell'umanità. E' evidente che il difetto è nella spiegazione e che il fenomeno va riletto in chiave diversa, provando a capire cosa ci sia così necessario nell'assunzione di droghe. L'ipotesi è che necessarie al nostro metabolismo le droghe lo siano per lo stesso motivo per cui lo sono i sogni, a cui sono legate da molteplici relazioni di analogia, semantiche e fenomenologiche.
3. Esiste un terreno comune tra sogno e droghe, almeno per una parte di esse, che è supportato dalla possibilità di stimolare elettricamente l'ipotalamo per indurre sogni (attivazione fisica e chimica del sogno) e che trova una confortante pista di studio nel fatto che quando sogniamo produciamo una sostanza, il DMT, che è significativamente usata come sostanza psicoattiva.
4. Sostengo che tra gli effetti del sogno ci sia innanzitutto la capacità di modificare paradigmi di conoscenza, carattere e personalità. Insomma che il sogno presieda alla capacità di inventare e di creare, attività che oltre ad avere influenza su tutta la produzione artistica, ha un impatto determinante su quel che chiamiamo il cambiamento, la produzione del nuovo. A questo proposito non è indifferente notare come gli studi condotti sul DMT e su sostanze simili, come la psilocibina, evidenzino sperimentalmente l'occorrenza di mutamenti profondi nella personalità di chi le ha provate. Allo stesso modo il significato dei rituali legati all'assunzione di Ayahuasca è quello del passaggio, del mutamento di stato.
5. Ipotizzo infine che droghe e sogni agiscano essenzialmente sulle emozioni, termine sui cui significati e concetti correnti credo sia necessario un chiarimento che mi riservo di precisare in seguito.
Dato tutto ciò, sarà mio compito ora provare a capire di quale materiale siano fatti i sogni. Perché i sogni sono storie, tessuto narrativo, per quanto illogico e bislacco ci possa sembrare da svegli il ricordo del sogno, mentre sogniamo viviamo una storia coerente. Insomma c'è un aspetto linguistico del sogno immediatamente evidente. Ma il tentativo di interpretare il significato del sogno fermandosi alla narrazione ed al linguaggio, muovendo dalla storia (o da quel che ne ricordiamo), per reinterpretarlo secondo un nuovo ordine di significati, non ha prodotto risultati interessanti. Così facendo il sogno viene così relegato ad essere deposito dell'inconscio che si esprime attraverso una secrezione di immagini e simboli, di cui sono fatti i sogni, una specie di ombra della realtà, un caledoscopio di dati di realtà raccolti nella memoria. Dal mio punto di vista, non riconoscendo una specifica natura al sogno, ma traducendo in un ordine razionale di significati un altro ordine simbolico, non si fa molto di diverso dalla Smorfia napoletana, che traduce i sogni in numeri da giocare al lotto (da un ordine ad un altro ordine) e sopratutto non si dà ragione della capacità dei sogni di suggerire nuovi paradigmi e se si vuole, nuovi modelli di razionalità in grado di aggiornare il principio di realtà.
La mia ipotesi è che invece, così come produciamo dalla notte dei tempi storie film, poesie, teatro, quadri, musica, etc.), per produrre emozioni, la chiave del sogno sia proprio nella sua capacità di produrre emozioni; la mia ipotesi - ancora allo stato larvale e quindi ancora molto semplicistica -immagina anche che gli uomini siano regolati da una dieta emotiva. Che produrre storie, narrazioni, musiche ed immagini - in una parola rappresentazioni (quali anche i sogni e le allucinazioni sono, sebbene molto particolari) - serva a regolare questa dieta; ipotizzo ancora che questa attività sia strettamente connessa alla formazione del soggetto (la costruzione della personalità) ed ai suoi cambiamenti così come alla formazione della conoscenza (ed ai suoi cambiamenti); infine immagino che questa dieta vada gestita perchè essenziale alla nostra stessa vita (perché se di emozioni si può morire, di emozioni si vivrà pure) e che si possa gestire anche anche con l'assunzione di sostanze psicoattive oltre che con un'adeguata dieta onirica.
Non sto in realtà qui dicendo altro che le emozioni possono essere determinanti per la vita psichica di un individuo e che si possa regolare con sostanze psicoattive (psicofarmaci); aggiungo però che la sfera della conoscenza è meno estranea di quanto si crede alle emozioni e che anzi, attraverso la mediazione della rappresentazione nel sogno e nell'alterazione da droghe, si getti un ponte tra emozioni e conoscenza.
Noto qui che il termine emozione è così carico di significati laterali che ne indeboliscono la personalità (come ad esempio la forse inutile contrapposizione tra emozione e ragione), il che mi lascia pensare che vada ridefinito con attenzione, accordandogli uno status meno vago che non trascini con se una scia di significati equivochi.
Riferisco infine, come promesso, l'idea che si ha della maniera in cui il DMT agisce sui sogni. Si ritiene che il DMT inibisca il regolare afflusso dei ricordi consapevoli, agendo sull'epitalamo ed in particolare sulla ghiandola pineale, quella che producendo la melatonina regola il flusso sonno veglia. Ora, a parte le leggende, tutt'oggi assai fiorenti, sul significato mistico ed esoterico della ghiandola pineale (che mettono in causa gli gnomi, i marziani fino ad arrivare al terzo occhio), l'idea è che, come quando si è sul punto di morte e si attivano i ricordi di una vita in uno spazio di tempo brevissimo (e a quanto pare in punto di morte sovraproduciamo DMT), quando sogniamo mutiamo rapporto con la memoria diciamo conscia, quella che incasella razionalmente i fatti, per attivare la più potente (e meno logicamente organizzata) memoria inconscia (di cui cercheremo di precisare in seguito), quella per cui ad esempio siamo in grado di creare nei sogni ambienti del tutto sconosciuti o di "vedere"nel sogno come funziona un hangar di aereoprto, di come si pescano gli squali o di come si vola con una mano sola. Una memoria inconscia che da materiale (anche emotivo) per "costruire" i sogni.
Per ora e con la promessa di tornarci presto, mi fermo qui.
Insomma quando si sogna si produce DMT e quando si produce (o assume) DMT, si sogna.
Approfondirò con ricerche ed in un prossimo post la questione del modo in cui si ipotizza che il DMT agisca sulla produzione del sogno. Qui ne accenno più avanti per delineare delle ipotesi di ricerca, ma prima di procedere oltre, riepiloghiamo il mio pensiero fin qui:
1. Non è il sogno a proteggere il sonno, come si è soliti pensare (vedi Freud e la psicoanalisi), ma il contrario, perché sono i sogni e non il sonno ad essere necessari alla vita, intendendo necessari nel più stringente dei significati, ossia ad essa indispensabili.
Il primo passo per sostenere questa tesi è stato constatare che si sogna anche da svegli (vedi il primo post i sogni maestri di invenzioni ); se sogniamo anche quando non dormiamo, l'ipotesi del sogno protettore del sonno va un po' stretta.
2. Le droghe hanno nello spazio e nel tempo caratterizzato la dieta dell'umanità, non perché l'uomo voglia evadere dalla realtà, ma perché la stimolazione psicoattiva è necessaria non meno del sogno alla vita. I materiali a suffragio di questa tesi sono disseminati anche nei miei post, ma lo do abbastanza per assunto. Non è pensabile che un fenomeno così pervasivo e generalizzato sia una sorta di perversione o difetto dell'umanità. E' evidente che il difetto è nella spiegazione e che il fenomeno va riletto in chiave diversa, provando a capire cosa ci sia così necessario nell'assunzione di droghe. L'ipotesi è che necessarie al nostro metabolismo le droghe lo siano per lo stesso motivo per cui lo sono i sogni, a cui sono legate da molteplici relazioni di analogia, semantiche e fenomenologiche.
3. Esiste un terreno comune tra sogno e droghe, almeno per una parte di esse, che è supportato dalla possibilità di stimolare elettricamente l'ipotalamo per indurre sogni (attivazione fisica e chimica del sogno) e che trova una confortante pista di studio nel fatto che quando sogniamo produciamo una sostanza, il DMT, che è significativamente usata come sostanza psicoattiva.
4. Sostengo che tra gli effetti del sogno ci sia innanzitutto la capacità di modificare paradigmi di conoscenza, carattere e personalità. Insomma che il sogno presieda alla capacità di inventare e di creare, attività che oltre ad avere influenza su tutta la produzione artistica, ha un impatto determinante su quel che chiamiamo il cambiamento, la produzione del nuovo. A questo proposito non è indifferente notare come gli studi condotti sul DMT e su sostanze simili, come la psilocibina, evidenzino sperimentalmente l'occorrenza di mutamenti profondi nella personalità di chi le ha provate. Allo stesso modo il significato dei rituali legati all'assunzione di Ayahuasca è quello del passaggio, del mutamento di stato.
5. Ipotizzo infine che droghe e sogni agiscano essenzialmente sulle emozioni, termine sui cui significati e concetti correnti credo sia necessario un chiarimento che mi riservo di precisare in seguito.
Dato tutto ciò, sarà mio compito ora provare a capire di quale materiale siano fatti i sogni. Perché i sogni sono storie, tessuto narrativo, per quanto illogico e bislacco ci possa sembrare da svegli il ricordo del sogno, mentre sogniamo viviamo una storia coerente. Insomma c'è un aspetto linguistico del sogno immediatamente evidente. Ma il tentativo di interpretare il significato del sogno fermandosi alla narrazione ed al linguaggio, muovendo dalla storia (o da quel che ne ricordiamo), per reinterpretarlo secondo un nuovo ordine di significati, non ha prodotto risultati interessanti. Così facendo il sogno viene così relegato ad essere deposito dell'inconscio che si esprime attraverso una secrezione di immagini e simboli, di cui sono fatti i sogni, una specie di ombra della realtà, un caledoscopio di dati di realtà raccolti nella memoria. Dal mio punto di vista, non riconoscendo una specifica natura al sogno, ma traducendo in un ordine razionale di significati un altro ordine simbolico, non si fa molto di diverso dalla Smorfia napoletana, che traduce i sogni in numeri da giocare al lotto (da un ordine ad un altro ordine) e sopratutto non si dà ragione della capacità dei sogni di suggerire nuovi paradigmi e se si vuole, nuovi modelli di razionalità in grado di aggiornare il principio di realtà.
La mia ipotesi è che invece, così come produciamo dalla notte dei tempi storie film, poesie, teatro, quadri, musica, etc.), per produrre emozioni, la chiave del sogno sia proprio nella sua capacità di produrre emozioni; la mia ipotesi - ancora allo stato larvale e quindi ancora molto semplicistica -immagina anche che gli uomini siano regolati da una dieta emotiva. Che produrre storie, narrazioni, musiche ed immagini - in una parola rappresentazioni (quali anche i sogni e le allucinazioni sono, sebbene molto particolari) - serva a regolare questa dieta; ipotizzo ancora che questa attività sia strettamente connessa alla formazione del soggetto (la costruzione della personalità) ed ai suoi cambiamenti così come alla formazione della conoscenza (ed ai suoi cambiamenti); infine immagino che questa dieta vada gestita perchè essenziale alla nostra stessa vita (perché se di emozioni si può morire, di emozioni si vivrà pure) e che si possa gestire anche anche con l'assunzione di sostanze psicoattive oltre che con un'adeguata dieta onirica.
Non sto in realtà qui dicendo altro che le emozioni possono essere determinanti per la vita psichica di un individuo e che si possa regolare con sostanze psicoattive (psicofarmaci); aggiungo però che la sfera della conoscenza è meno estranea di quanto si crede alle emozioni e che anzi, attraverso la mediazione della rappresentazione nel sogno e nell'alterazione da droghe, si getti un ponte tra emozioni e conoscenza.
Noto qui che il termine emozione è così carico di significati laterali che ne indeboliscono la personalità (come ad esempio la forse inutile contrapposizione tra emozione e ragione), il che mi lascia pensare che vada ridefinito con attenzione, accordandogli uno status meno vago che non trascini con se una scia di significati equivochi.
Riferisco infine, come promesso, l'idea che si ha della maniera in cui il DMT agisce sui sogni. Si ritiene che il DMT inibisca il regolare afflusso dei ricordi consapevoli, agendo sull'epitalamo ed in particolare sulla ghiandola pineale, quella che producendo la melatonina regola il flusso sonno veglia. Ora, a parte le leggende, tutt'oggi assai fiorenti, sul significato mistico ed esoterico della ghiandola pineale (che mettono in causa gli gnomi, i marziani fino ad arrivare al terzo occhio), l'idea è che, come quando si è sul punto di morte e si attivano i ricordi di una vita in uno spazio di tempo brevissimo (e a quanto pare in punto di morte sovraproduciamo DMT), quando sogniamo mutiamo rapporto con la memoria diciamo conscia, quella che incasella razionalmente i fatti, per attivare la più potente (e meno logicamente organizzata) memoria inconscia (di cui cercheremo di precisare in seguito), quella per cui ad esempio siamo in grado di creare nei sogni ambienti del tutto sconosciuti o di "vedere"nel sogno come funziona un hangar di aereoprto, di come si pescano gli squali o di come si vola con una mano sola. Una memoria inconscia che da materiale (anche emotivo) per "costruire" i sogni.
Per ora e con la promessa di tornarci presto, mi fermo qui.
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